MENU

INTRODUZIONE


INTRODUZIONE

Wangechi Mutu (Nairobi, 1972), riconosciuta a livello internazionale per la sua pratica multidisciplinare, presenta Poemi della terra nera, la sua prima esposizione personale in un’istituzione italiana, la Galleria Borghese, dove le sue opere entrano in dialogo con l’architettura e la collezione storica. Il titolo evoca la duplice natura della pratica di Mutu: poetica e materica. La terra è insieme metafora e sostanza — un terreno da cui emergono forme, si stratificano storie e i significati sfuggono a definizioni stabili. Le sue figure attingono ai miti dell’Africa orientale, alle cosmologie globali e a visioni speculative sul futuro. Richiamano rituali perduti e tradizioni orali, ma al tempo stesso inventano nuovi modi di abitare il mondo.

All’esterno, le sculture in bronzo introducono esseri ibridi — parte umani, parte animali, parte spiriti — che si comportano come guardiani o apparizioni. All’interno, le forme sospese sfidano la disposizione tradizionale del museo, fluttuando nell’aria. Attraverso strategie di levitazione e di rispecchiamento Mutu trasforma il museo da contenitore di tesori in uno spazio vibrante di potenziale metamorfosi.
Poemi della terra nera ci invita a vivere il museo in modo diverso — non come un meraviglioso archivio ma come un campo in continuo movimento. Niente è stabile, tutto si muove. Le sue opere sono soglie: non spiegano, espandono. Inseriti come presenze fantasmatiche, questi interventi non mirano a illustrare o narrare, ma a interrompere, interrogare, insinuandosi delicatamente nell’ordine visivo del museo. Propongono contrappunti poetici a racconti e canoni visivi consolidati.




Newsletter

Acconsento al trattamento dei dati per le finalità indicate nell'informativa ai soli fini dell'invio della Newsletter ai sensi dell'art. 13 del Regolamento Europeo per la Protezione dei dati personali (GDPR). Se vuoi ulteriori informazioni consulta l’informativa