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Cristo e la Samaritana

Bonzi Pietro Paolo, detto il Gobbo dei Carracci

(Cortona 1573 - Roma 1636)

Il rame, insieme con il dipinto raffigurante Gesù che cammina sulle acque (inv. 276), è ricordato nella collezione Borghese solo a partire dagli inventari settecenteschi con l’attribuzione al Domenichino. Il soggetto raffigurato è ripreso dal Vangelo di Giovanni (4, 6-10) e rappresenta Cristo e la Samaritana, inseriti in un paesaggio ideale derivato dalle celebri lunette commissionate dal cardinale Pietro Aldobrandini ad Annibale Carracci.


Scheda tecnica

Inventario
270
Posizione
Datazione
inizio del secolo XVII
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su rame
Misure
diametro cm 25
Cornice
Salvator Rosa, diametro cm 39
Provenienza
Roma, collezione Borghese, 1790 (Inv. 1790, St. IV, nn. 54 e 55); Inventario Fidecommissario 1833, p. 27, n. 33; Acquisto dello Stato, 1902.
Mostre
  • 1985 Roma, Palazzo Venezia;
  • 1996-1997 Roma, Musei Capitolini.
Conservazione e Diagnostica
  • 1922 Riccardo de Bacci Venuti (fissaggio del colore, riprese pittoriche).

Scheda

Questo dipinto, pendant di Gesù che cammina sulle acque (inv. 276), è segnalato per la prima volta in collezione Borghese a partire dal 1790, inventariato dall'estensore del documento come opera di Domenico Zampieri detto il Domenichino. Poco dopo, nel 1833, l'opera fu assegnata negli elenchi fedecommissari a Benvenuto Tisi detto il Garofalo ed elencata in questo modo nell'inventario manoscritto di Giovanni Piancastelli (1891), paternità rifiutata da Adolfo Venturi (1893) che invece vi individuò i caratteri della scuola fiamminga. Nel 1928 Roberto Longhi riferì i due rametti alla scuola bolognese, accostandoli a Giovan Francesco Grimaldi, contrariamente a Leo van Puyvelde (1950) che a proposito di questo dipinto parlò di seconda maniera di Paul Bril. Tenendo conto, invece, di un parere orale espresso da Federico Zeri, nel 1955 Paola della Pergola riesumò il nome del Domenichino, pubblicando i due dipinti con tale riferimento nel catalogo della collezione della Galleria Borghese.

Il primo ad avanzare l'attribuzione a Pietro Paolo Bonzi, detto il Gobbo dei Carracci, è stato Clovis Whitfield (1996) che, nella scheda dedicata ai due tondini nel catalogo su Domenichino e lo sviluppo della pittura di paesaggio a Roma, si associa a sir Denis Mahon nel restituire i rametti Borghese all'esiguo catalogo del cortonese, artista formatosi a Bologna con il paesaggista carraccesco Giovanni Battista Viola e attivo tra i membri della nota accademia romana di Giovanni Battista Crescenzi. Secondo lo studioso, infatti, il dipinto fu eseguito dal Gobbo in anni in cui il pittore emulava l'esempio dello Zampieri, ripetendo i soggetti del collega come, in questo caso specifico, il Cristo e la Samaritana al pozzo del Davis Museum (già attribuito al Domenichino; Wellesley College, Massachusetts).

Un disegno con analogo soggetto, conservato a Parigi presso il Museo del Louvre (Cabinet des Dessins, inv. 7434) e attribuito da Seymour Howard al Bonzi (1988), mostra diverse similitudini con il dipinto Borghese, nonché con un affresco eseguito a Castelfusano da Pietro Berrettini da Cortona (Whitfield 1996), pittore conterraneo di Bonzi, col quale quest'ultimo ebbe modo di lavorare trasmettendogli alcuni caratteri del paesaggio carraccesco.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Baglione, Vite de’ pittori, scultori e architetti. Dal Ponteficato di Gregorio XIII del 1572 in fino à tempi di Papa Urbano VIII nel 1642, Roma 1642, p. 343.
  • C.C. Malvasia, Felsina Pittrice, Bologna 1678, a cura di G. P. Zanotti II, Bologna 1841, p. 91. 
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 148. 
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 142. 
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 201. 
  • R. Buscaroli, Pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, pp. 259, 297.
  • E. Battisti, Profilo del Gobbo dei Carracci, in Commentari, V, 1954, pp. 290-302.
  • L. van Puyvelde, La Peinture Flamande à Rome, Bruxelles 1950, pp. 75-76. 
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, pp. 29-30, n. 33. 
  • E. Borea, Aspetti del Domenichino paesista, in “Paragone”, CXXIII, 1960, p. 15.
  • E. Borea, Domenichino, Milano 1965, p. 193. 
  • P. della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (III), “Arte Antica e Moderna”, n. 30, 1965, p. 203. 
  • R. Longhi, Saggi e ricerche 1925-28. Precisioni nelle gallerie italiane. La Galleria Borghese, Firenze 1967, p. 345. 
  • F. Borrioni, Bonzi, Pietro Paolo, voce in Dizionario Biografico degli Italiani, XII, 1971, ad vocem.
  • M.T. Pugliatti, Pietro Paolo Bonzi paesista, in "Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Arte medioevale e moderna dell’Università di Messina", I, 1975, pp. 15-23.
  • K. Herrmann Fiore, in Paesaggio con figura. 57 dipinti della Galleria Borghese esposti temporaneamente a Palazzo Venezia, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, 1985), a cura di K. Herrmann Fiore, Roma 1985, n. 41 (come Zampieri).
  • S. Howard, Carraccesque landscapes by Bonzi, in "Gazette des beaux-arts", CXII, 1988, pp. 227-249, in part. fig. 18.
  • A. Cottino, Pietro Paolo Bonzi, in La natura morta in Italia, a cura di F. Zeri, II, Milano 1989, pp. 698-702. 
  • A. Cottino, Pietro Paolo Bonzi detto il Gobbo dei Carracci, in La Scuola dei Carracci. I seguaci di Annibale e Agostino, a cura di E. Negro, M. Pirondini, Modena 1995, pp. 125-136.
  • C. Whitfield, scheda in Classicismo e Natura. La lezione di Domenichino, catalogo della mostra (Roma, Musei Capitolini, 1996-1997), a cura di D. Mahon, C. Strinati, C. Whitfield, Roma 1996. p. 149, n. 26. 
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 305. 
  • F. Cappelletti, La pittura di paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di L. Trezzani, Milano 2004, pp. 243-245.
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 91.