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Natura morta con melone

Kessel Jan van

Anversa 1626 - 1679)

Il piccolo dipinto su rame presenta uguali dimensioni e supporto della Natura morta con pesci, anch’essa conservata presso la Galleria Borghese, con cui è probabile che formasse un pendant. La storia di questi dipinti è tuttora sconosciuta e la loro individuazione negli inventari Borghese risulta difficoltosa a causa della genericità con cui solitamente vengono descritte le nature morte. L’attribuzione a Jan Van Kessel il vecchio deriva da un parere orale espresso da Federico Zeri, il quale vi riconosce una vicinanza con altre opere dell’artista anversano nella collezione Pallavicini. Sulla scorta di tale assegnazione, anche la Natura morta con tovaglia, accostabile stilisticamente ai due quadretti, viene ricondotta alla stessa mano.


Scheda tecnica

Inventario
383
Posizione
Datazione
metà XVII secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su rame
Misure
cm 11 x 16
Cornice

fine ‘700/’800 (parte di un polittico); cm 24 x 84,5 x 4

Provenienza

Collezione Borghese, citato in Inv. 1693, St. XI, nn. 56-57 (?); Inv. 1790, St. VII, nn. 124-125 (?); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 27, nn. 20-21; Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1952 Augusto Vermehren

Scheda

Il piccolo dipinto su rame raffigurante una Natura morta con melone presenta uguali dimensioni e supporto della Natura morta con pesci (inv. 385), anch’esso conservato nella Galleria Borghese. La coppia, di proveniente indeterminata, è stata ricondotta alla mano di Jan Van Kessel il vecchio, pittore anversano specializzato in questo genere di quadretti. Il soggetto e lo stile dei due dipinti rientrano pienamente nel gusto per la rappresentazione scientifica tipico della produzione dell’artista, dedito a temi tratti dal mondo animale e vegetale condotti con una microscopica attenzione al dettaglio (su Van Kessel si veda N. Baadj, Jan van Kessel I (1626-1679): Crafting a Natural History of Art in Early Modern Antwerp, London 2016).

La Natura morta con melone rappresenta una tavola imbandita con piatti colmi di frutta, un grande melone e tre recipienti di cristallo contenenti liquidi di colore giallo. La capacità descrittiva dell’artista permette di distinguere i vari tipi di frutta: pere nel piatto più grande in primo piano, ciliegie in quello accanto e prugne nella piccola fruttiera a sinistra della composizione. Sul bordo del tavolo è poggiato un coltello con il manico in posizione sporgente, elemento che si ritrova anche in un’altra natura morta su rame attribuita a Van Kassel, di dimensioni leggermente maggiori, anch’essa appartenente alla raccolta Borghese (inv. 530). Per l’artista non è insolito utilizzare tale espediente per suggerire una profondità spaziale e movimentare la composizione, come dimostra anche la già citata Natura morta con pesci, dove sono proprio la coda e la testa dei pesci a sporgere dal piano dal tavolo.

Il dipinto, così come il suo pendant, è di difficile individuazione negli inventari Borghese, soprattutto per la genericità con cui vengono solitamente descritte le nature morte. Un primo riferimento potrebbe corrispondere ai “quattro quadretti in rame alti mezzo palmo in circa di diversi frutti e robbe mangiative con cornice negre del No 300 tutti 4 Monsù Brugo Novecchio” citati nell’inventario del 1693 (Della Pergola 1959, Herrmann Fiore 2006, p. 126; Minozzi 2016, pp. 119-120). Ancor più sommaria è la voce nell’elenco del 1790 in cui è stato proposto di riconoscere i due quadretti, mentre il riferimento nella lista fidecommissaria del 1833 appare più sicuro grazie alla descrizione di dimensioni e supporto, entrambi corrispondenti ai quadretti Borghese. In tutti gli inventari citati permane l’attribuzione a Jan Brueghel il vecchio, ripresa successivamente da Gianni Piancastelli (1891), mentre Adolfo Venturi (1893, p. 185) e Roberto Longhi (1928, p. 215) riportano la coppia di dipinti sotto la più generica definizione di scuola fiamminga. Il nome di Van Kessel è suggerito per la prima volta da Federico Zeri in un parere orale, sulla scorta della vicinanza riscontrata tra le opere Borghese e alcuni altri quadri della collezione Pallavicini. Della Pergola (cit.) accoglie l’attribuzione all’artista anversano e mette in luce la presenza dello stesso motivo decorativo sui piatti raffigurati nei due dipinti, elemento che conferma il loro legame e l’esecuzione ravvicinata. Più di recente, anche Marina Minozzi (cit.) cita i dipinti Borghese come opere di Van Kessel.

Pier Ludovico Puddu




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese in Archivio Galleria Borghese, 1891;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 185;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 215;
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 167, n. 243;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 127;
  • M. Minozzi, La natura morta nel sequestro Borghese e negli inventari della Galleria, in L’origine della natura morta in Italia. Caravaggio e il Maestro di Hartford, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 2016-2017), a cura di A. Coliva, D. Dotti, Milano 2016, pp. 119-120.