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Ritratto di Laura Dianti

copia da Vecellio Tiziano

(Pieve di Cadore 1488-90 - Venezia 1576)

Il dipinto è una replica parziale del dipinto da Tiziano del 1523 circa (collezione Kisters di Kreuzlingen). La dama raffigurata, Laura Dianti (1480 circa -1573), divenne l’amante di Alfonso I d’Este (1476-1534) dopo la morte della sua seconda moglie, Lucrezia Borgia (1519). La relazione, che portò alla nascita di due figli maschi poi legittimati dal duca, iniziò prima del 1524 e si concluse con le nozze avvenute in punto di morte del duca.


Scheda tecnica

Inventario
154
Posizione
Datazione
Fine XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 34,5 x 26
Provenienza

Collezione Borghese, Inventario fidecommissario Borghese 1833, p. 24. Acquisto dello Stato 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1917, Francesco Cocchetti
  • 2021 Erredicci (indagini diagnostiche)
  • 2021 Ars Mensurae di Stefano Ridolfi (indagini diagnostiche)

Scheda

Questa piccola tela è una delle numerose copie del ritratto realizzato da Tiziano nel 1523 di Laura Dianti (1480 circa -1573), moglie morganatica di Alfonso I d’Este (1476-1534), con un turbante ‘alla turca’ e accompagnata da uno schiavo nero, quest’ultimo non visibile nella copia in collezione Borghese che ne ritrae solamente il volto. L’originale è riconoscibile nel dipinto presente oggi nella collezione Kisters di Kreuzlingen, che riporta in rosso anche la firma sulla fascia posizionata sul braccio in primo piano: TICIANUS F.

La donna si staglia su uno sfondo scuro con il suo brillantissimo abito color blu ultramarino dalle maniche bianche. Ad ornare il già preziosissimo vestito, un turbante arricchito di oro, perle e cammei di un vivacissimo giallo. 

Laura Dianti è una ragazza di umili origini, figlia di un berrettaio probabilmente abitante del quartiere di Ripagrande, all’età di circa vent’anni iniziò ad intrattenere una relazione con Alfonso I d’Este, ormai risoluto a non sposarsi dopo la morte della seconda moglie Lucrezia Borgia. Il duca ben presto le fece appositamente costruire la cosiddetta palazzina della Rosa, luogo dove Alfonso poteva comodamente recarsi tramite un passaggio sotterraneo di cui però non è mai stata trovata traccia. 

Da questa unione nascono due figli, Alfonso nel 1527 e Alfonsino nel 1530, che il duca legittima nel suo testamento del 1533: Laura non viene mai menzionata in questo atto, ma nei codici ad esso allegati, fino ad arrivare al lascito, pochi giorni prima della morte di Alfonso I, dell’intera delizia del Verginese in suo favore. Dopo la morte dell’amato, Laura si ritira nel suo palazzetto in città, ancora esistente e all’interno del quale è possibile intravedere ancora lacerti delle decorazioni pittoriche, dove si occupa dell’educazione dei figli e crea attorno a sé una vera e propria piccola corte, fatta di artisti, intellettuali, giullari e dame.

Intrattenne ottimi rapporti con la corte ducale, in particolare con Renata di Francia, moglie Ercole II: il nuovo duca accettava la presenza della Dianti, ma non la approvava a pieno, tanto che alcuni attribuiscono a lui la colpa dell’occultamento degli atti che comproverebbero il matrimonio tra la donna ed Alfonso I.

Laura, che nei documenti si firmava “Eustochia”, così come veniva chiamata dal duca, o più semplicemente “Laura da Este”, morì il 27 giugno 1573 e alle sue esequie partecipò l’intera corte e le rappresentanze cittadine.

Lara Scanu 




Bibliografia