Galleria Borghese logo
Risultati della ricerca
X
Nessun risultato :(

Consigli per la tua ricerca:

  • I risultati del motore di ricerca si aggiornano istantaneamente non appena si modifica la chiave di ricerca.
  • Se hai inserito più di una parola, prova a semplificare la ricerca scrivendone solo una, in seguito si potranno aggiungere altre parole per filtrare i risultati.
  • Ometti parole con meno di 3 caratteri, ad esempio "il", "di", "la", perché non saranno incluse nella ricerca.
  • Non è necessario inserire accenti o maiuscole.
  • La ricerca di parole, anche se scritte parzialmente, includerà anche le diverse varianti esistenti in banca dati.
  • Se la tua ricerca non produce risultati, prova a scrivere solo i primi caratteri di una parola per vedere se esiste in banca dati.

San Girolamo

ambito Italia settentrionale


La tavola, menzionata a partire dal 1833 con l'attribuzione a Tiziano, è certamente opera di un artista di area veneta vicino alla lezione di Albrecht Dürer, eseguita secondo la critica nel corso del Cinquecento. Raffigura un santo eremita, con tutta probabilità Girolamo di Stridone, come suggerisce la pietra che il penitente stringe nella mano destra.


Scheda tecnica

Inventario
183
Posizione
Datazione
inizio XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 36 x 26
Cornice

Cornice ottocentesca (cm 94 x 42 x 5,5)

Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario 1833, p. 39; Della Pergola 1955); Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1933 - Giuseppe Cellini;
  • 1953 - Mauro Manca (pulitura);
  • 1992 - Istituto Centrale del Restauro (disinfestazione della tavola);
  • 2002/03 - Andrea Parri (restauro della cornice)

Scheda

La provenienza di questo dipinto è tuttora ignota. L'opera, infatti, è identificabile solo negli elenchi fidecommissari ottocenteschi, dove è attribuita a Tiziano (Inv. Fid. 1833). Variamente riferita alla scuola veneziana (Venturi 1893) e a quella bresciano-bergamasca (Della Pergola 1955; Stefani 2000; Herrmann Fiore 2006), questa teletta - forse un frammento di una composizione più vasta - è stata avvicinata da Roberto Longhi a 'un maestro non secondario, che aveva appresa la lezione del Dürer' (parere orale in Della Pergola 1955). In effetti, il dipinto mostra i modi di un pittore di area veneta, verosimilmente dell'entroterra, aggiornato sulle tendenze lagunari, con buona probabilità un bellinesco di fine Quattrocento, influenzato dalla produzione giorgionesca.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 22;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 115;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 195;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 80, n. 142;
  • C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno, C. Stefani, Milano 2000, p. 277;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 64.