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Paesaggio con Uccisione di san Pietro martire

Bril Paul

(Anversa 1554 - Roma 1626)

Il dipinto è segnalato per la prima volta in collezione Borghese nel 1693, attribuito dalla critica al pittore fiammingo Paul Bril e datato verso la fine del Cinquecento. La tavola rappresenta il martirio di Pietro da Verona, predicatore domenicano ucciso assieme al suo confratello Domenico nel bosco di Seveso. Secondo la tradizione, prima di morire, il santo intinse il dito nel suo sangue scrivendo per terra la parola 'Credo', gesto qui ravvisabile nella piccola figura ritratta in ginocchio in secondo piano.


Scheda tecnica

Inventario
263
Posizione
Datazione
1597 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 48 x 32
Cornice
Salvator Rosa (cm 57 x 44,7 x 5,2).
Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1693 (Inv. 1693, St. IX, n. 30); Inventario Fidecommissario 1833, p. 27; Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1903-1905 Luigi Bartolucci (disinfestazione dei tarli);
  • 1952 Augusto Vermehren (pulitura);
  • 1970 Oddo Verdinelli (fissaggio di piccole scaglie di colore, rimozione di piccoli vecchi restauri, verniciatura);
  • 1996-1997 Carlo Ceccotti (restauro della cornice).

Scheda

Questa tavoletta è attestata in collezione Borghese a partire dal 1693, descritta dall'estensore dell'inventario presso il palazzo di Ripetta come "un quadro due palmi in circa con un Paese con due che corrono con le spade addosso a due frati in tavola del n. 732. Cornice dorata di Paolo Brilli". L'attribuzione al pittore fiammingo, ripetuta anche negli elenchi fedecommissari del 1833 e confermata da Giulio Cantalamessa (1912), fu respinta da Roberto Longhi (1928) che, riprendendo una vecchia ipotesi di Adolfo Venturi (1893), accostò l'opera a Jan Brueghel "dei Velluti". Nel 1950, Leo van Puyvelde ripropose il nome di Bril, leggendovi la data 1597 - non più riscontrata - seguito nel 1959 da Paola della Pergola che, confrontando la tavola con le vedute di paesi eseguite dal fiammingo nel castello di Artena, in provincia di Roma, accolse l'attribuzione a Bril, accettata da tutta la critica e confermata da Francesca Cappelletti (2006) nella monografia sull'artista. Secondo la studiosa, infatti, l'impostazione del dipinto, con la scena ambientata in un primo piano arditamente ribassato; e gli alberi a foglie larghe e piatte richiamano alla mente le due tele già in collezione Messinger (Cappelletti 2006, pp. 222-223, nn. 23-24) e i dipinti realizzati dal fiammingo nel salone di palazzo Mattei a Roma, prossimi allo scadere del Cinquecento.

Un dipinto simile raffigurante il Paesaggio con il martirio di san Pietro da Verona, assegnato a Bril e aiuti, si conserva presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano (inv. 576).

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • X. Barbier de Montault, Les Musées et Galeries de Rome, Rome 1870, p. 363; 
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 385; 
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 139; 
  • G. Cantalamessa, Note manoscritte al Catalogo di A. Venturi del 1893, in Archivio Galleria Borghese, 1912, n. 263; R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 200; 
  • L. van Puyvelde, La Peinture Flamande à Rome, Bruxelles 1950, p. 73; 
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 150-151 n. 210; 
  • G.T. Faggin, Per Paolo Brill, in “Paragone Arte”, CLXXXV, 1965, p. 34; 
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 298; 
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 88; 
  • F. Cappelletti, Paul Bril e la pittura di paesaggio a Roma 1580-1630, Roma 2006, p. 224, n. 25.