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Mandekens Marten

(Anversa? Notizie dal 1631 - 1649-50)

Il dipinto, entrato in collezione Borghese nel 1819, fu acquistato dal principe Camillo Borghese sul mercato antiquario. Attribuito nell'Ottocento a Pieter Paul Rubens, il quadro ha rivelato, dopo la pulitura, la firma di Marten Mandekens, allievo poco noto di Hendrick van Balen il Vecchio, attivo ad Anversa nella prima metà del Seicento. Molto vicino a Rubens, in quest'opera l’artista fiammingo raffigura la Vergine Maria che, dopo aver ricevuto l'annuncio della nascita di Gesù, fa visita alla sua parente Elisabetta, anch'essa incinta di Giovanni Battista. La scena, narrata nel Vangelo di Luca (Lc 1, 40-45), è qui traslata in epoca moderna come dimostrano le figure abbigliate secondo la moda del tempo.


Scheda tecnica

Inventario
274
Posizione
Datazione
datato 1638
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 101 x 73
Cornice

Salvator Rosa cm 118,2 x 96 x 7

Provenienza

Roma, acquisto di Camillo Borghese, 11 agosto 1819  (G. Piancastelli in Arch. Gall. Borgh. AIV-4; ora in Tarissi De Jacobis 2003); Inventario Fidecommissario 1833, p. 22; Acquisto dello Stato, 1902.

Iscrizioni

Firmato e datato: "M. MANDEKENS. ANTWERPIAE INVENIT (A)C. FECIT. 1638."

Conservazione e Diagnostica
  • 1907 Luigi Bartolucci (distruzione dei tarli con olio di cedro e riparazione dei buchi);
  • 1946 Carlo Matteucci (pulitura);
  • 1957 Gilda Diotallevi (ripresa del colore staccato in varie zone del dipinto e verniciatura);
  • 1963 Alvaro Esposti (restauro completo);
  • 2009-10 Maria Francesca Tizzani, Laura Ferretti (disinfestazione, consolidamento supporto ligneo, rimozione della struttura applicata sul retro, costruzione di una parchettatura, stuccatura delle lacune, verniciatura finale).

Scheda

Come si apprende da una nota manoscritta di Giovanni Piancastelli (in Archivio Galleria Borghese AIV-4; ora in Tarissi De Jacobis 2003), questo dipinto entrò in casa Borghese nel 1819, anno in cui il principe Camillo lo acquistò per la propria collezione sul mercato antiquario. Attribuito a Pieter Paul Rubens (Inv. Fid. 1833), fu ritenuto da Marcel Reymond (1891) una sorta di prima versione dello sportello della Deposizione della cattedrale di Anversa eseguita dal noto Maestro; pista seguita, seppur con qualche riserva, da Adolfo Venturi che, datando l'opera al 1610, la giudicò una composizione 'più semplice' del quadro anversese (Venturi 1893).

Di diverso parere furono invece sia il Platner (1842), che pubblicò il dipinto Borghese come copia di un quadro di Rubens, sia Roberto Longhi (1928), che dal canto suo respinse senz'alcun dubbio la paternità rubensiana; giudizi tuttavia rigettati dal Rosenberg (1905) e dal Vanzype (1926) i quali, confermando l'attribuzione al fiammingo, collocarono variamente la tavola al 1598-1600 (Vanzype 1926) e al 1606-08 (Rosenberg 1905). A porre fine a questa diatriba fu un restauro del 1946 quando, in seguito a una meticolosa pulitura, Carlo Matteucci mise in luce la data e la firma, quest'ultima letta però in maniera errata ('M. VAN DEN END(EN) INV. ET PIN. ANT/VERPIAE 1638.'; cfr. Hoogerwerff 1942-1943). Se nessun dubbio, infatti, nacque intorno alla sua data di esecuzione, di contro diversi furono i tentativi di interpretare la firma dell'autore, sciolta da alcuni in favore dell'incisore Maarten van den Enden (Hoogerwerff 1942-1943), da altri in direzione di Theodor van Thulden (Glück 1933). Tuttavia, fu solo nel 1959, quando dopo un'attenta lettura Paola della Pergola (1959) individuò debitamamente il pittore, ossia Marten Mandekens, un allievo poco noto di Hendrick van Balen il Vecchio, attivo ad Anversa a partire dagli anni Trenta del Seicento. Tale ipotesi, accettata da tutta la critica successiva (C. Stefani in Galleria Borghese 2000; Herrmann Fiore 2006), è qui condivisa.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 600;
  • E. e C. Platner, Beschreibung der Stadt Rom, III-I, Stuttgart 1842, p. 289;
  • X. Barbier de Montault, Les Musées et Galeries de Rome, Rome 1870, p. 363;
  • M. Rooses, L’Oeuvre de P. P. Rubens, II, Anvers 1888, p. 110;
  • M. Reymond, Opere di Rubens a Roma, in “Archivio Storico dell’Arte”, IV, 1891, p. 158;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 144;
  • A. Rosenberg, Pieter Paul Rubens, Stuttgart-Leipzig 1905, pp. 39, 465;
  • J. A. Rusconi, La Villa, il Museo e la Galleria Borghese, Bergamo 1906, p. 88;
  • A. Muñoz, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1909, pp. 5-8;
  • F. Pellati, I Musei e le Gallerie d’Italia, Roma 1922, p. 317;
  • G. Vanzype, Pieter Paul Rubens – L’homme et l’oeuvre, Bruxelles-Paris 1926, p. 102;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, pp. 201-3;
  • P. Rombauts, T. van Lerius, De Liggeren en andere historische Archieven der Antwerpsche Sint-Lucasgilde, Dea Haag 1872, pp. 27, 29, 49, 56, 211;
  • M. Rooses, Rubens, sa vie et ses ouvres, Paris s. d. 1928, p. 94;
  • G. Glück, Rubens, Van Dyck und ihr Kreis, Wien 1933, p. 158;
  • G. J. Hoogewerff, Martinus van den Ende als Schilder en Navolger van Rubens, in “Bulletin de l’Institut Belge de Rome”, XXII, 1942-1943, p. 312 ss.;
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Milano 1950, p. 55;
  • L. van Puyvelde, La Peinture Flamande à Rome, Bruxelles 1950, p. 155;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1951, pp. 49-50;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 173-174, n. 256;
  • C. Stefani in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 370;
  • S. Tarissi De Jacobis, in Villa Borghese. I principi, le arti, la città dal Settecento all'Ottocento, catalogo della mostra (Roma, Villa Poniatowski, 2003-2004), a cura di A. Campitelli, Ginevra 2003, p. 107;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 92.