Galleria Borghese logo
Risultati della ricerca
X
Nessun risultato :(

Consigli per la tua ricerca:

  • I risultati del motore di ricerca si aggiornano istantaneamente non appena si modifica la chiave di ricerca.
  • Se hai inserito più di una parola, prova a semplificare la ricerca scrivendone solo una, in seguito si potranno aggiungere altre parole per filtrare i risultati.
  • Ometti parole con meno di 3 caratteri, ad esempio "il", "di", "la", perché non saranno incluse nella ricerca.
  • Non è necessario inserire accenti o maiuscole.
  • La ricerca di parole, anche se scritte parzialmente, includerà anche le diverse varianti esistenti in banca dati.
  • Se la tua ricerca non produce risultati, prova a scrivere solo i primi caratteri di una parola per vedere se esiste in banca dati.

Coppia di tavoli dodecagonali

Valadier Luigi

(Roma 1726 - 1785)

Ricchezza cromatica e varietà formale caratterizzano i due tavoli, nei quali Luigi Valadier accosta materiali e lavorazioni diverse, un elemento stilistico, questo, che contraddistingue le produzioni della sua bottega.

L’equilibrata composizione delle diverse parti ha fatto ipotizzare ad alcuni studiosi un intervento disegnativo dell'architetto Antonio Asprucci, in quegli anni impegnato nei lavori di restauro della Villa Pinciana.

Il dettaglio degli ornati in bronzo è di estrema raffinatezza: le otto teste rappresentanti le Quattro Stagioni mostrano una esecuzione virtuosistica e sapiente nel dettaglio dei fiori, delle foglie, delle spighe, così come nei drappeggi e nei particolari delle barbe e dei capelli. Sono improntate a un criterio di varietas anche nelle caratterizzate espressioni dei volti.

I documenti registrano per quest’opera come nella contemporanea Erma, la collaborazione del capomastro scalpellino Benedetto Maciucchi.


Scheda tecnica

Inventario
CCLXXXII - CCLXXXIII
Posizione
Datazione
1773
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
porfido, giallo antico, verde antico, bianco e nero d’Aquitania, bronzo dorato
Misure
cm. 93 x 140 x 88 cm
Provenienza
Marcantonio IV Borghese, 1773 (Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, f. 5294, n. 3169, in González-Palacios, Valadier, 1993, pp. 34-51); Inventario Fidecommissario Borghese, 1833, p. 44; Acquisto dello Stato, 1902.
Mostre
  • 1997                Roma, Villa Medici
  • 2018-2019     New York, Frick Collection
  • 2019-2020    Roma, Galleria Borghese
Conservazione e Diagnostica
  • 1996 Opus
  • 2018 Artelab; ENEA; restauro: C.B.C. coop (indagini diagnostiche)

Scheda

La coppia di tavoli fu eseguita da Luigi Valadier contemporaneamente all'Erma nel 1773, come testimoniato dai mandati di pagamento destinati a lui e al capomastro scalpellino Benedetto Maciucchi (González-Palacios, Il gusto, 1993, I, p. 50; González-Palacios 2000, p. 127); come l’Erma, anche i tavoli erano destinati al palazzo di Campo Marzio, dove furono collocati nella “Galleriola dei Cesari”.

Ricchezza cromatica e varietà formale caratterizzano i due tavoli, nei quali Valadier accosta materiali e lavorazioni diverse, un elemento stilistico, questo, che contraddistingue le produzioni della sua bottega. Ipiani dodecagonali in porfido, assolutamente lineari, poggiano su piedistalli dalle forme esuberanti, formati dalla sovrapposizione, su un nucleo in peperino, di marmi policromi, di larghe volute e dischi embricati intagliati nel peperino e dorati e di quattro maschere in bronzo dorato, raffiguranti personificazioni delle Stagioni, con sembianze diverse per ciascun tavolo. Il dettaglio degli ornati in bronzo è di estrema raffinatezza.

Il ciglio del piano in porfido è orlato da un motivo a fettuccia avvolta su bastoncino, modanatura classica che torna alla base del piede, all’attacco dello zoccolo, e che si ritrova costantemente nelle decorazioni architettoniche del periodo anche nella villa. Tale ornato è fissato agli angoli del piano da perni, occultati da piccole foglie. Le otto teste di Stagioni mostrano una esecuzione virtuosistica e sapiente del dettaglio dei fiori, delle foglie, delle spighe, così come nei drappeggi e nei particolari delle barbe e dei capelli.

Sono improntate a un criterio di varietas anche nelle caratterizzate espressioni dei volti (Minozzi, in Valadier, 2019, cat. 3, p. 190). Di gusto ugualmente raffinato e vario è l’accostamento formale e cromatico di marmi e materiali diversi nei sostegni, dalle cornici e dalle grandi volute schiacciate delle mensole dorate al rimando coloristico tra le diverse qualità di marmi pregiati che rivestono il fusto. L’equilibrata composizione delle diverse parti ha fatto ipotizzare ad alcuni studiosi un intervento disegnativo dell'architetto Antonio Asprucci (Ferrara Grassi 1987; González-Palacios, Il gusto, 1993, I, p. 225). Si tratta di un’eventualità del tutto plausibile, dal momento che dal 1756, anno in cui Asprucci diventa architetto della famiglia Borghese, i due si sono trovati frequentemente a lavorare insieme e a condividere analoghi pensieri sull’ideazione degli arredi.

Sulla sommità dell’anima centrale del fusto in peperino, durante l’ultimo restauro sono stati riscontrati, per ciascun tavolo, due anelli in ferro, probabilmente predisposti in origine per la movimentazione (Minozzi, in Valadier, 2019, cat. 3, p. 190). I due tavoli sono nella Villa Pinciana sicuramente dal 1833, quando furono inseriti tra i beni fidecommissari; collocati dapprima nella sala I, attuale sala della Paolina, sono stati spostati in seguito nella sala degli Imperatori, dove tuttora si trovano.      

Sonja Felici




Bibliografia
  • A. De Rinaldis, Arte decorativa nella Galleria Borghese, in “Rassegna della Istruzione artistica, VI, 1935, p. 319.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1951, p. 14.
  • I. Faldi, Galleria Borghese. Le sculture dal sec. XVI al XIX, Roma 1954, p. 24, fig. 28.
  • L. Ferrara Grassi, Il Casino di Villa Borghese: i camini; note e documenti per l’arredo degli interni; la collaborazione di Agostino Penna e Vincenzo Pacetti, in Debenedetti E. (a cura di), Ville e palazzi. Studi sul Settecento romano, 3, Roma 1987, pp. 241-294.
  • A. González-Palacios, Valadier a Palazzo Borghese, in “Antologia di Belle Arti”, n.s., XLIII-XLVII, 1993, pp. 34-51.
  • A. González-Palacios A., Il gusto dei principi: arte di corte del XVII e del XVIII secolo, Milano 1993, pp. 340-.
  • A. Coliva, Galleria Borghese, Roma 1994, pp. 316-317, fig. 168.
  • K. Herrmann Fiore, Guida alla Galleria Borghese, Firenze 1997, p.43.
  • A. González-Palacios, in L’oro di Valadier un genio nella Roma del Settecento, catalogo della mostra (Roma, Villa Medici, 1997), a cura di A. González-Palacios, Roma 1997, pp. 127-128, cat. 26.
  • A. González-Palacios, Addenda a Luigi Valadier, in “Gazette des Beaux-Arts”, CXXV, 2000, pp. 117-128.
  • P. Moreno, Chiara Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 131, fig. 6.
  • A. González-Palacios, Arredi e ornamenti alla corte di Roma 1560-1795, Milano 2004, pp. 342-345.
  • L. Valadier: splendor in eighteenth-century Rome, catalogo della mostra (New York, Frick Collection, 2018-2019), a cura di A. González-Palacios, New York 2018, pp. 418-421.
  • A. González-Palacios, I Valadier. Andrea, Luigi, Giuseppe, Milano 2019, pp. 164-165.
  • M. Minozzi, scheda in Valadier. Splendore nella Roma del Settecento, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 2019-2020), a cura di A. Coliva, G. Leardi, Milano 2019, pp. 190-191, cat. 3.
  • Schede di catalogo 12/01008666A, 12/01008666B, Giordano L., 1980; aggiornsmento Felici S., 2020.