MARINO E CARAVAGGIO
Marino e Caravaggio sarebbero stati, secondo il racconto di Giovan Pietro Bellori, «amicissimi»: eppure sul rapporto tra i due abbiamopoche informazioni, e non sempre attendibili. È certo però che il poeta riserva lodi generose all’artista in diverse opere, con omaggi composti e mandati a stampa anche quando il pittore era ormai scomparso da tempo.
A Caravaggio sono infatti dedicati due testi nella Galeria: un sonetto in lode di un ritratto di Marino (Ritratti, XV, 11), e un madrigale per il celebre tondo con la testa di Medusa, oggi agli Uffizi (Pitture, 48).
Caravaggio è inoltre ricordato nel pometto Il Tempio, del 1614, e ancora nell’Adone, dove Marino ritaglia un omaggio di ben quattro versi, caso eccezionale rispetto alle fugaci menzioni riservate ad altri pittori. Si intende dunque una ammirazione sincera, anche se la loro dovette essere una frequentazione breve, avvenuta nella Roma di Clemente VIII Aldobrandini tra 1600 e 1605, all’inizio della carriera del poeta e sul finire di quella dell’artista. Forse in quegli anni Marino riuscì a ottenere quella Susanna «di mano del Caravaggio», che ricorda in una lettera come parte della sua collezione (Lettere 1620). Ad oggi, né questa Susanna né il ritratto di Marino sono stati rintracciati.