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COMMIATO. L’APOTEOSI DI MARINO E LA SCOPERTA DI NICOLAS POUSSIN


COMMIATO. L’APOTEOSI DI MARINO E LA SCOPERTA DI NICOLAS POUSSIN
Installation view, ph. by A. Novelli © Galleria Borghese

La scoperta del talento di Nicolas Poussin è il lascito più evidente del poeta alla storia delle arti figurative. Marino incontrò Poussin a Parigi nel 1622, e «lo raccolse a dipingere in casa sua»,dove «dimorando egli per lo più indisposto in letto, godeva di rappresentare in disegno le sue proprie poesie, e quelle particolarmente di Adone» (Bellori). Invitò poi il giovane pittore a seguirlo a Roma nel 1623: ma quando questi arrivò, il poeta, incalzato dall’Inquisizione, si era rifugiato a Napoli, dove sarebbe morto poco dopo.

L’amicizia con Marino determinò il colore poetico delle creazioni poussiniane. La Morte di Chione è una testimonianza dell’interesse di Poussin per le Metamorfosi di Ovidio e della sua fascinazione per Roma e per la sua cultura antica e moderna. Il Lamento sul corpo di Adone di Caen esprime la stratificazione di significati e sentimenti dei versi mariniani dedicati alla morte dell’eroe, descritta in toni lirici e sensuali. Il confronto con la Lamentazione sul Cristo morto di Monaco rivela le analogie che Poussin, come Marino, adombra tra la resurrezione di Adone e quella di Cristo. Il Parnaso, secondo Erwin Panofsky, raffigurerebbe un ritratto ideale di Marino accolto da Apollo con le sue due opere più impegnative: l’Adone e la Strage de gl’Innocenti. L’interpretazione è dubbia, ma il dipinto esprime il consolidarsi del legame tra immaginazione figurativa e tradizione poetica nel Seicento. Il Regno di Flora è l’opera più intensamente mariniana di Poussin: attraverso i miti ovidiani, il pittore medita sulle stagioni, l’amore, la nascita e la morte.




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