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Bird Cage, a temporary shelter

Zhang Enli per la Galleria Borghese


Bird Cage, a temporary shelter. Zhang Enli per la Galleria Borghese

La Galleria Borghese ospita in alcuni ambienti del Museo e presso gli spazi dell’Uccelliera e dell’adiacente Giardino segreto di Tramontana, il progetto monumentale site-specific Bird Cage, a temporary shelter, di Zhang Enli.
L’iniziativa si inquadra nell’ambito del programma Committenze Contemporanee che Anna Coliva, direttore della Galleria, ha ideato e sta portando avanti con produzioni di artisti contemporanei ispirate alle suggestioni della Galleria Borghese quale luogo artistico d’eccezione.

Il lavoro dell’artista cinese, infatti, riflette sulla relazione tra l’architettura e l’opera d’arte, in particolare sulla peculiarità del rapporto fra la Galleria Borghese e i giardini segreti adiacenti. In un gioco di trasposizioni, echi storici e ibridismi Zhang Enli dà vita a quattro strutture simboliche che rivelano allo spettatore narrazioni inaspettate, che parlano di terre lontane e di contaminazioni, e che trasferiscono la complessità del tempo antico nella realtà ugualmente stratificata del presente.

Due strutture sono realizzate all’interno dell’Uccelliera e si ispirano a immagini di un ideale viaggio lungo la Via della Seta, colonne greche, torri comunali, palazzi persiani e minareti di Samarcanda. Sulle sue strutture l’artista, attraverso l’uso della luce, dei colori e delle superfici, dipinge suggestioni astratte che, a loro volta, rinviano all’architettura e all’universo cromatico della Galleria. La struttura esterna, invece, gioca con il concetto di “terzo paesaggio”, una natura dipinta a ridosso della natura reale, attraverso la quale il pittore si appropria di uno spazio non abitato, e che esso stesso diventa modulo architettonico in nuce (cubo) e performativo, in quanto il pubblico può interagire con l’oggetto entrandovi e percorrendolo. Nelle Camouflage balls collocate nel portico, infine, la riflessione di Zhang Enli si concentra sulla Galleria Borghese come luogo di scultura. La scelta di situarsi in una zona di passaggio, in un inside/out, ricuce il senso stesso del suo intervento complessivo.

A cura di Geraldine Leardi e Davide Quadrio.




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