GEORG BASELITZ. FATTO IN ITALIA
L’artista tedesco Georg Baselitz è protagonista dell’appuntamento 2011 di Committenze Contemporanee, ciclo di dieci esposizioni promosso all’Uccelliera di Galleria Borghese, giunto quest’anno alla sua quinta edizione. Ideato da Anna Coliva, Direttore della Galleria, il progetto nasce per produrre invenzioni originali, di cui solo l’arte è capace, derivanti a loro volta dalle suggestioni create dalla grande mostra (in questo caso Cranach) che ogni anno precede l’esposizione nell’Uccelliera. La presentazione dell’opera d’arte contemporanea dopo ogni mostra “classica” permette di misurare, attraverso l’occhio vivo e coinvolto di un artista, quanto sia efficace l’inserimento temporaneo di opere diverse nel corpo della Galleria.
Figura di assoluto primo piano del panorama internazionale, Baselitz, che espone per la prima volta a Roma in un’istituzione pubblica, è universalmente riconosciuto come uno degli artisti più originali del dopoguerra. A Galleria Borghese espone due gigantesche sculture in bronzo e smalto intitolate “Volk Thing Zero”, alte tre metri e del peso di una tonnellata ciascuna, che alludono ad un’icona dell’arte classica moderna, Il pensatore di Rodin, nonché all’arte ‘primitiva’ che ha ispirato l’avanguardia europea, evocando altresì il motivo passionale del Cristo che riposa, conosciuto fin dal XIV secolo.
“Quale luogo potrà per assoluto, magnifico contrasto essere più adatto di Villa Borghese ad esporre due straordinarie sculture di Baselitz?”, si chiede Mario Codognato, Capo Curatore del Museo Madre (Napoli), osservando che nell’attività scultorea dell’artista tedesco “esecuzione e prodotto finale, o meglio azione e finalità si presentano dialetticamente imprescindibili. Baselitz usa l’ascia e la motosega ed interviene direttamente sul tronco di legno, manifestando senza alcuna remora un desiderio brutale di scontro fisico e di confronto culturale con la materia, col supporto, con l’arte e la sua tradizione e la sua storia”. “Baselitz impegna con Cranach un contrasto titanico – spiega Anna Coliva -, che deriva dall’appropriazione della categoria e della condizione della storia nella sua integrale e gigantesca potenza. Evita la pittura, che è la tecnica propria di Cranach. Sceglie, invece,la scultura. All’algido lavoro per ottenere la perfezione e la redenzione dell’anima, secondo il rigore logico del cristianesimo riformato, così diverso dalla forza universale dell’amore del mondo italiano, Baselitz risponde opponendo il contrasto gigantesco della condizione contemporanea tanto rispetto alle cause storiche e individuali del formalismo di Cranach, quanto alla sensualità avvolgente del Rinascimento italiano. La brutalità e violenza della deformazione dell’arte, propria dell’uomo moderno, che Baselitz personifica nella sua arte, nel contesto della Galleria Borghese, assume la dimensione gigantesca di una storia ancora più estesa, fino all’immensità di un’era, come fosse essa stessa materia dell’atto artistico”.
“È un’importante occasione, per la nostra città, poter presentare per la prima volta in un museo pubblico un artista di così grande
interesse, che ha lasciato un’impronta significativa nella storia dell’arte del secondo dopoguerra. Colgo l’occasione per esprimere un ringraziamento a Deutsche Bank, che ha voluto credere con tanto entusiasmo al progetto, e ad Anna Coliva, che lo ha ideato e realizzato”, ha dichiarato Rossella Vodret, Soprintendente per il Patrimonio Storico-Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma. Il progetto di quest’anno vede per la prima volta Galleria Borghese affiancata da Deutsche Bank, gruppo bancario internazionale che da quasi 40 anni lega la sua storia a quella dell’arte contemporanea ed è oggi considerato il principale collezionista corporate di arte contemporanea a livello globale. “Baselitz è parte importante della Deutsche Bank Collection, che conta complessivamente 56.000 opere. Il nostro istituto possiede quasi 500 lavori di Baselitz, artista che incarna come forse nessun altro il legame tra l’arte tedesca e la recente storia della Germania”, osserva Friedhlem Huette, Global Head of Art di Deutsche Bank. Flavio Valeri, Chief Country Officer di Deutsche Bank Italia, sottolinea inoltre che “il legame fra Baselitz e il nostro Istituto viene ulteriormente rafforzato con la realizzazione di questo progetto. Siamo particolarmente lieti di avere reso possibile l’esposizione di questi capolavori della scultura di Baselitz in uno dei musei italiani di più ricca e antica tradizione”.
In Committenze Contemporanee la presentazione dell’opera d’arte contemporanea costituisce, dunque, un bilancio dell’operazione espositiva, ma anche un’affermazione dell’aspetto attivo della cultura della conservazione, che il ruolo stesso del Museo ci impone. L’arte contemporanea serve pertanto ad approfondire i nostri stessi contenuti, non ha in alcun modo l’intento del porre a confronto i maestri immensi del passato con gli artisti del presente. Si ritiene che questo genere di confronti non porti ad una vera affermazione del principio che l’arte è sempre contemporanea e che non si vuole porre una scala di valori. Pone invece a noi stessi delle problematicità. Il nostro scopo di riflessione è il Museo e un museo speciale come la Galleria Borghese è il vero soggetto del nostro lavoro, il vero ispiratore, il vero promotore e non solo il pretesto e la cornice.
Gli artisti prescelti e le loro opere non devono avere assonanze contenutistiche o di stile o di linguaggio espressivo con l’opera dei maestri cui vengono associati, ma, eventualmente,solo riferimenti concettuali, poiché l’elemento che unisce gli artisti del passato a quelli del presente è il concetto di committenza.