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Loggia ​di Lanfranco

Sala 14


La sala in origine si presentava come una loggia aperta verso i giardini segreti, nella seconda metà del Settecento però, l'ambiente venne chiuso per garantire la conservazione della volta con il Concilio degli Dei, dipinta tra il 1624 e il 1625 da Giovanni Lanfranco (1582-1647).

Il Concilio degli Dei, insieme all'Assunta di Claude Deruet (1588-1660) nella cappella al piano terra, costituisce l'unico brano pittorico superstite della decorazione secentesca della villa, i cui ambienti furono totalmente rinnovati nel secolo successivo su iniziativa di Marcantonio IV Borghese.

Al XVII secolo appartiene anche la quasi totalità delle opere conservate nella sala che esemplificano le due principali correnti pittoriche del primo Seicento: da una parte la ripresa di uno stile classico di matrice carraccesca, come i quattro tondi di Francesco Albani (1578-1660) con L'acconciatura di VenereVenere nella fucina di Vulcano, Venere e AdoneIl trionfo di Diana e i Paesaggi di Giovan Francesco Grimaldi (1606-1680) e Giovan Battista Viola (1570/76-1622) e, dall'altra, l'intenso naturalismo caravaggesco espresso da violenti contrasti chiaroscurali, come in Lot e le figlie di Giovanni Francesco Guerrieri (1589-1657), ne Il figliol prodigo di Giovan Francesco Barbieri detto Guercino  (1591-1666) e nelle due rappresentazioni di Concerto, di Gerrit van Honthorst (1590-1656) e di Lionello Spada (1576-1622).

Qui si conservano anche numerose opere di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680): il Busto di Paolo V Borghese, le due celebri versioni del Busto del cardinale Scipione Borghese; la Capra Amaltea, opera giovanile e il bozzetto in terracotta per il Monumento equestre di Luigi XIV  eseguito a più di settantanni. Sono  presenti anche tre dipinti dello stesso artista, il Ritratto di fanciullo, l’Autoritratto in età matura e l’Autoritratto giovanile.



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