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Introduzione


Introduzione

Da sempre immersa nella storia, la pratica artistica di Giuseppe Penone presenta una continua alternanza tra scultura e natura. La mostra Gesti Universali si inserisce nel percorso di visita alla Galleria Borghese con un duplice sguardo – indagando il confronto tra la rappresentazione della natura e il tempo di un passato storico – e con il gesto di iscrivere opere organiche all’interno di una dimensione prettamente minerale.

Quelli di Penone non sono interventi di abbellimento di un luogo di per sé ineguagliabile nel suo equilibrio tra forme e architettura, sono piuttosto un’interrogazione sulla scultura, la sua evoluzione storica e il suo carattere di immutata vitalità – il gesto con cui l’artista plasma la materia avvicina l’Uomo alla Natura. Nelle sue sculture e installazioni il processo di attuazione è parte integrante dell’opera: le azioni compiute in rapporto dialettico con quelle naturali danno forma a una materia di volta in volta diversa, svelandone l’aspetto ciclico e fantastico.

In occasione di un progetto unico nel suo genere, l’opera di Penone fa sì che l’osservazione della materia riveli le forme che questa nasconde; l’intento dell’artista è quello di distanziarsi da possibili confronti di natura formale o simbolica con le sale espositive.

L’esaltazione dei singoli materiali e dei luoghi che li circondano ci pone di fronte a un innesto che stabilisce un collegamento tra due sistemi – non per dominare gli elementi presenti o confrontarsi con loro, ma per assecondarne la forza ispiratrice.

Gesti universali, a cura di Francesco Stocchi, presenta trentuno opere allestite in quattro sale del Museo (Salone d’ingresso Mariano Rossi, Sala di Apollo e Dafne, Sala degli Imperatori, Sala di Enea e Anchise), nel Giardino dell’Uccelliera e, eccezionalmente, nel Giardino della Meridiana. L’inserimento dell’elemento organico, posto in dialogo con il mondo minerale che abita gli interni, si inverte all’esterno, dove opere in bronzo entrano in relazione con i giardini, arricchiti da piante in vaso posizionate dall’artista per sorreggere alcune opere e intensificare la botanica delle aree verdi.

Appartenenti a cinque serie diverse (Alberi scortecciati, Soffi, Gesti vegetali, Spine d’acacia e Respirare l’ombra), le opere che animano il percorso negli spazi della Galleria Borghese ripercorrono più di quarant’anni di produzione, dal 1973 al 2017. Penone svela la comune natura dell’esistente aderendo agli aspetti concreti della materia (visivi, tattili e olfattivi), che l’artista esplora sino a svelarne i fondamenti magici e fantastici. Questa ricerca, che indaga sulla prossimità tra la natura umana e quella vegetale, rappresenta un elemento fondante nell’opera dell’artista, per il quale l’albero è “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”.

L’intervento di Penone invita a indagare la temporaneità delle opere, il cui allestimento è volto a un dialogo e a una rinnovata articolazione linguistica tra il paesaggio e la scultura – un dialogo già inaugurato dalla statuaria antica e che caratterizza il Museo della Galleria Borghese come luogo unico al mondo.




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