LA GALERIA E IL DIALOGO DI MARINO CON GLI ARTISTI
La Galeria, una raccolta di poesie costruite in rapporto ad altrettante opere d’arte, reali o immaginarie, esce a stampa nel 1619, dopo una lunga gestazione, presso l’editore veneziano Giovan Battista Ciotti. Tra le opere più celebri di Marino, La Galeria raccoglie 624 componimenti – per lo più madrigali e sonetti – suddivisi in Pitture e Sculture, a ricreare un’ideale galleria seicentesca, in un gioco di rispecchiamenti che è una continua sfida espressiva.
All’inizio Marino la immagina illustrata «con intaglio di bellissimi disegni», per cui commissiona a pittori amici disegni di «favole antiche», intento a cui dovrà però rinunciare. Le Pitture includono opere a tema mitologico – le Favole – e sacro – le Istorie –, i Ritratti e i Capricci, mentre le Sculture comprendono Rilievi, Modelli, Medaglie, a cui si aggiunge una sezione di Capricci. Nel 1614 così il poeta illustra il progetto: «Havvi la Galeria, ch’è come dir Pinacoteca, luogo dove anticamente (come riferisce Petronio Arbitro) si conservano le Pitture… L’Istorie sono sacre e profane, e vengono spiegate con varie fantasie Poetiche e con le lodi de’ maestri piú famosi… Le Favole sono le piú notabili, cavate da’ Poeti Greci e Latini».
Le opere esposte in questa sezione vogliono evocare, grazie al puntuale accostamento ai versi mariniani, temi e composizioni di quelle opere che il poeta ammirò nelle raccolte dei grandi collezionisti da lui frequentati, rispecchiate e celebrate nella Galeria, con l’intento di ricreare l’immaginario figurativo che affascinò gli occhi di Marino, e nutrì, di conseguenza, i versi della sua poesia.