Pietre preziose e colorate
I supporti litici dei dipinti in genere non costavano molto, ma il lapislazzulo era un materiale prezioso. Spesso fornito dai committenti, si poteva trovare negli scavi, oppure proveniva dal lontano Afghanistan. I pittori comunque non adoperavano il più dispendioso, di colore blu intenso o con inclusioni dorate, ma quello con vistose venature bianche, più adatto a rappresentare paesaggi. A volte, come è evidente nella Maddalena di collezione privata, gli artisti non usavano lastre intere, che erano più care e ricercate, ma piccoli frammenti commessi da botteghe che lavoravano le pietre dure. La collaborazione con intagliatori di pietre è evidente anche nel Riposo nella Fuga in Egitto di Johann König, in cui una minima quantità di lapislazzulo è inserita nella pietra paesina per sottolineare la natura miracolosa della fonte che apparve nel deserto. Sottilissima è la lastra usata dipinta su due facce da Tempesta, forse derivata da scarti di lavorazione della cappella Borghese in Santa Maria Maggiore. Nella Latona che trasforma i pastori lici in rame, il supporto lapideo ricorda che la maledizione scagliata contro di loro dalla dea per i loro oltraggi durerà in eterno: per sempre saranno costretti a sguazzare nel loro stagno.