Salone d’ingresso Mariano Rossi
L’albero, “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è elemento centrale nel lavoro di Penone. I primi Alberi dall’artista sono stati realizzati secondo un processo nato da una scelta precisa: doveva infatti essere visibile il centro assiale del tronco, quello che attraverso gli anelli concentrici ne evidenzia gli anni di vita. Proprio da uno di questi anelli parte l’artista, che ne segue il profilo e inizia a scavare nel legno scortecciando la trave con gli strumenti tradizionali dell’intagliatore: il mazzuolo, la sgorbia, lo scalpello. Quando incontra dei nodi, vi scava intorno, riportando alla luce porzioni di rami che nel tempo sono stati inglobati nel tronco. La trave è scavata sino a far emergere ciò che la pianta era stata prima che la mano dell’uomo o gli agenti naturali ne bloccassero la crescita.
L’azione dello scortecciare una trave ha un duplice esito rivelatorio: porta alla luce l’albero da cui proviene e mostra l’origine naturale di molti oggetti della nostra vita quotidiana. Dopo aver osservato una di queste opere, la nostra capacità di vedere si acuisce. Assi, pavimenti, sedie, barche e ogni altro simile manufatto ci appaiono come ciò che sono stati: alberi.
Gli interventi di Penone sono riflessioni sui modi con cui può essere affrontato il quesito della scultura, un quesito racchiuso nella materia stessa.