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VIBR.ID, L’OPERA MUSICALE COMMISSIONATA DALLA GALLERIA BORGHESE DA OTTOBRE È SU SPOTIFY


VIBR.ID,  L’OPERA MUSICALE COMMISSIONATA DALLA GALLERIA BORGHESE DA OTTOBRE È SU SPOTIFY

VIBR.ID, l’opera musicale commissionata dalla Galleria Borghese al maestro di fama internazionale Federico Longo, ed eseguita da alcuni dei migliori musicisti del panorama mondiale, è finalmente su Spotify (pre-save) e sulla principali piattaforme.

Il progetto, nato da una commissione del 2020 con l’intento di restituire l’“identità sonora” del Museo, secondo la vocazione originaria di questo luogo e del suo fondatore, il Cardinale Scipione Borghese, di commissionare non solo manufatti artistici ma anche opere musicali, si compone di due parti dedicate rispettivamente al piano terreno (VIBR.ID) e al primo piano (CHROMOLOGHIA) della Galleria. 

VIBR.ID si fonda su 4 principi ispiratori: Armonia, Unicità, Essenzialità delle forme e Bellezza. Il maestro Longo ha per un lungo periodo ascoltato le sale, partendo dal silenzio e cercando di coglierne le vibrazioni, la voce e le potenzialità espressive. L’ascolto si è evoluto in un processo che ha portato il compositore a individuare quanto lui stesso ha definito “identità vibratoria” della Galleria. Successivamente, il silenzio è stato rotto e i suoni sono stati fissati, tracciando il percorso musicale della composizione, che ha una relazione indissolubile con gli spazi per i quali è stata pensata.

CHOMOLOGHIA è un brano in un unico movimento, ispirato alla pinacoteca, il cui suono è attivato attraverso due nuovi principi: il colore e la luce. Nel colore, infatti, avviene ciò che permette di completare l’esperienza vibratoria. Attraverso il colore il dipinto cattura la luce e la restituisce sotto forma di vibrazione artistica. Ciò avviene in un continuo e incessante scambio virtuoso che, come per le sistole e la diastole, mette in atto la capacità simultanea di prendere e restituire. La luce catturata viene restituita con una nuova identità artistica sotto forma di suono. L’elemento suono sarà dunque la voce della luce che svelerà la voce del colore: la seconda “identità vibratoria”.




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