Salone di Mariano Rossi
ingresso
Il salone, imponente per dimensioni, sontuosità della decorazione e per le monumentali sculture che ospita, introduce il visitatore nel percorso museale.
Domina la volta di Mariano Rossi (1731-1807), eseguita tra il 1775 e il 1779, nell’ambito dei lavori di rinnovamento della palazzina voluti dal principe Marcantonio IV Borghese e diretti dall'architetto Antonio Asprucci (1723-1808).
Il soggetto celebra la civiltà romana e l’eroica virtù dell’onore. Al centro è raffigurato Romolo accolto nell’Olimpo da Giove per propiziare la vittoria di Furio Camillo contro Brenno re dei Galli. La scelta del tema è da collegarsi anche alla nascita del primogenito di Marcantonio IV, Camillo, avvenuta l’8 agosto del 1775, che poi sposerà Paolina, sorella di Napoleone. Intorno al motivo principale figurano Giustizia, Fedeltà, Onore che trionfano grazie all’azione del Tempo sui vizi (Calunnia, Inganno e Falsità), la Fama di Roma e le sue vittorie (a queste alludono gli episodi ai margini dei lati lunghi della volta).
Le decorazioni delle pareti con dipinti a motivi floreali e animali e i cammei a stucco, vennero realizzate da una fitta schiera di artisti tra i quali Vincenzo Pacetti (1746-1820), Massimiliano Laboureur (1767-1831) e Tommaso Righi (1727-1802).
All’epoca del cardinale Scipione Borghese (1577-1633), committente della Villa, il gruppo con Marco Curzio che si getta nella voragine del Foro per salvare il popolo romano - composto da un cavallo antico (II d.C.) e un cavaliere di Pietro Bernini (1618) - si trovava all’esterno della Palazzina, sulla facciata verso Porta Pinciana; nel 1776, tuttavia, l’architetto Antonio Asprucci lo fece spostare in alto, nella parete di fronte l’ingresso.
Sempre nella ristrutturazione settecentesca, nelle nicchie in cima alle pareti vennero collocati i busti dei Dodici Cesari di Giovan Battista della Porta (1542-1597), mentre nell‘ Ottocento vennero esposte le sculture raffiguranti Bacco (II d.C.) e il colossale Satiro all’attacco (120-140 d.C.) con il corpo in torsione, che già di proprietà del cardinale, ispirò a Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) il David. Nello stesso XIX secolo venne inserito nel pavimento il Mosaico con scene di caccia e di lotta tra gladiatori e fiere (inizio del IV d.C.), rinvenuto nella tenuta borghesiana di Torrenova sulla via Casilina, dove decorava un'antica villa romana.