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Sala ​Egizia

Sala 7


L’ambiente, poi preso d‘esempio per le successive stanze egizie nei palazzi romani, fu appositamente studiato dall'architetto Antonio Asprucci (1723-1808), tra il 1779 e il 1782 per ospitare le statue egizie della collezione. Al centro della volta è raffigurato il Fiume Nilo con i suoi figli, le benefiche inondazioni, e la dea Cibele. Tutt’intorno alla grande tela di Tommaso Maria Conca (1734-1822), entro le quadrature di Giovanni Battista Marchetti (1730-1800), sono dipinte le divinità planetarie: LunaGioveUrano – rappresentato da Anubis con testa di cane – SaturnoVenereMarteSole Mercurio. Immediatamente sotto la cornice della volta otto dipinti di Conca illustrano le vicende di Antonio e Cleopatra.

Lungo le pareti, tra coppie di colonne, sono disposte statue di divinità egizie, orientali e greche. Tra queste la Sacerdotessa di Iside, figura femminile di età augustea con lungo chitone e himátion a doppia balza, restaurata come Iside con l’aggiunta del fiore di loto, il sistro e la brocchetta. Di particolare interesse, inoltre, la Iside in marmo nero (160-180 d.C.), integrata nel Seicento con piedi, braccia e testa coronata di spighe quale Cerere, rappresentata nel momento della sua corsa alla ricerca del corpo dello sposo Osiride. La scultura fu posta in sostituzione della Giunone oggi al Louvre. Al centro della sala fu collocato il Satiro sul delfino, rielaborazione cinquecentesca, con  restauri eseguiti ottocenteschi, di un busto risalente al I secolo d.C. , che godette di largo successo tra gli artisti del Cinquecento. Nel pavimento sono inseriti riquadri a mosaico databili al III secolo d.C.: tre Divinità marine e un pannello tratto da un Calendario musivo con la rappresentazione del mese di marzo.

Tra gli arredi si segnalano i sei vasi in alabastro orientale su rocchi di granito bigio, realizzati per la sala intorno al 1780.



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